Cronache di un disastro

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    Queen of Miskatonic University

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    in principio...
    rP3pFx8
    Correva l'anno 2019 quando il virus Omnia si liberò dalla sua prigionia nel nocciolo del reattore nucleare in Francia: nessuno si sarebbe aspettato che un batterio innocuo quanto un semplice raffreddore si potesse evolvere grazie alle radiazioni, e tramite le stesse portare morte e generare epidemie e mutazioni, così che, successivamente, il disastro di Chernobyl sembrò soltanto una bazzecola. Quasi l'80% della popolazione mondiale si estinse, e quei pochi che riuscirono a salvarsi si rifugiarono nei grandi bunker sotterranei costruiti appositamente in modo tale da poter salvare quella percentuale meritevole, coloro che avevano la moneta contante da scambiare per la propria incolumità.
    Il denaro: l'unico Dio su cui l'uomo ha costantemente riposto la sua fede maniacale; il solo oggetto del desiderio per cui avrebbe potuto sconfinare anche sui comandamenti cristiani, venduto i propri cari, tradito persino, pur di toccare con mano l'oro.
    C'è chi dice che l'Apocalisse fu un bene dettato da un'entità che un tempo qualcuno osava chiamare Dio, per ripulire la Terra dai peccati di cui l'umanità si era macchiata, come venne ancor prima citato nel Vecchio Testamento; altri che fu colpa dell'errore umano, la sua smania di avere potere su ciò che non può controllare; ed io, del resto, devo dissentire: il genere umano non ha imparato dai propri sbagli, s'è solo rintanato come un coniglio sottoterra, incapace di combattere per mettere al sicuro coloro che non avevano alcuna possibilità economica, ed ha costruito fortezze nella roccia friabile sotterranea, ricavandovi delle metropoli collegate tra loro da mezzi tecnologicamente all'avanguardia, ha sviluppato sistemi di iperventilazione sicuri, capaci di proteggere gli abitanti del sottosuolo e preservarli dal pericolo di una possibile nuova contaminazione. Avevano tutti venduto la propria anima al soldo per puro egoismo, o per come piace ai politici di oggi chiamarlo, istinto di sopravvivenza. Non erano che bestie, mosse tuttavia da una forza non paragonabile all'istinto: avevano salvato l'umanità, imprigionandola in gabbie di cemento armato e sistemi avveniristici che l'avrebbero resa schiava di politiche subdole e totalitarie atte ad azzerare la libertà di ogni individuo. A volte, penso, sarebbe stato più onorevole morire liberi che vivere in catene, sotto il giuoco di un despota assolutista posizionato sul trono da chissà quale forza politica, o dalla provvidenza divina, ormai estinta quasi quanto il genere umano.
    Eravamo più vicini all'Inferno, invece di essere attigui a Dio, come volevano far credere quei pazzi che avevano preso il controllo di quelle metropoli del sotto suolo.
    Lazzaretto era la metropoli europea: situata sotto la Svizzera, era la più piccola dei tre bunker che in duecento anni si erano espanse ed evolute sino a divenire grandi città; ospitava ora circa cinque milioni di abitanti provenienti da tutti gli stati che, un tempo, comprendevano il vecchio continente. Sfavillante di colori fluorescenti che rilucevano da ogni angolo, il piccolo gioiello nato tra le radici di Zurigo era in continua espansione, e a discapito di ciò che menzionava il cartello d'entrata, “ove gli angeli volano” appariva più come l'immagine dei caduti che governano negli Inferi, piuttosto che nell'Eden descritto dalle sacre scritture; perchè, come già ricordato, oramai gli esseri umani avevano abbandonato la fede cristiana per seguire soltanto il proprio benestare e nulla più. A confermare la mia tesi, le mappe, che si potevano reperire in qualsiasi negozio di souvenir all'interno della stazione, ben raccontavano che nel centro città della metropoli europea si poteva trovare il famoso quartiere a luci rosse, o Red Light District. Ci potevi trovare vari luoghi segnalati come punti focali della città, come il Paradise Lost, un nightclub –o forse sarebbe meglio definirlo col nome più appropriato di strip club– in cui uomini di qualsiasi ceto sociale, me compreso, si radunavano per bere superalcolici di dubbia provenienza e ammirare coloro che venivano definite gli “angeli perduti”. Definire il Paradise Lost una tappa fondamentale nel tour di Lazzaretto sarebbe come vedere Dante e Virgilio soffermarsi più a lungo –e pagare con denaro contante– nel girone dei lussuriosi. Meta turistica interessante, oserei dire, ma non consona alle famiglie. Piuttosto, avrei raccomandato il municipio o l'università, che conteneva un'enorme biblioteca dove venivano custoditi gli ultimi libri sopravvissuti al disastro.
    Vivevamo in un mondo nuovo, formato principalmente da egoismo e superficialità, causato anche dalla vita lineare che queste gabbie futuribili avevano donato; non vi era più alcuna minaccia da sventare, nessuno si poneva più il problema di scappare per mettersi in salvo, avevamo perso ciò che si intende per “essere”. Esistevamo per il semplice fatto di inalare ossigeno.
    La criminalità crebbe anche in questi piccoli paradisi antiatomici, quando le risorse divennero troppo costose anche per chi aveva sborsato somme esose per scampare alla minaccia radioattiva; infine, chi non aveva più alcunché da perdere, si diede alla malavita. Fu così, che alla fine, nacque il ghetto di Lazzaretto, un luogo dove nemmeno le forze armate avevano il coraggio di entrare, o almeno se avevano cara la vita. Bande e organizzazioni criminali di stampo mafioso si fecero largo in quella che venne chiamata Suburbia, i bassifondi di una metropoli prospera che nascondeva, tuttavia, il suo lato oscuro, come era consono alla Luna. Nessuno ne parlava, né ne aveva alcuna voglia; quindi, anche i furti, gli assassini e le puttane furono insabbiati, come se nulla di tutto ciò fosse realmente importante, e talvolta, negandone l'esistenza. Doveva sembrare un mondo perfetto, quando, in verità, era pieno di difetti piuttosto grossolani, e più il malcontento ingrossava le sue fila nei ranghi della mafia, più le forze politiche perdevano il loro mordente sulla popolazione; pian piano, ci saremmo ritrovati al punto di partenza, o peggio, in una realtà che sprofondava ancor di più nella corruzione. I poveri morivano di fame, e il Governo si preoccupava soltanto della crescita economica: nulla era, quindi, cambiato; ci eravamo solo avvicinati solo ad una involuzione della società, al baratro inevitabile in cui saremmo finiti di lì a poco per cause di forza maggiore.
    La seconda era Purgatorio, la più popolata delle tre e posizionata sotto al vecchio centro di Buenos Aires: questa metropoli contava circa dieci milioni di anime e due volte l'estensione di entrambe le sue gemelle; alcuni dicono che somigli alla vecchia e ormai defunta Las Vegas; in effetti, le sue luci stroboscopiche e l'esubero di casinò sembrerebbe essere un tributo alla città dell'eccesso, portando sicuramente Purgatorio ad essere una sorta di vademecum di ciò che ci fu anni prima in Nevada. Si può dire che questa città sia famosa e prosperi soprattutto per le slot machine e il gioco d'azzardo, tuttavia è bene ricordarla non solo per i numerosi casinò o gli hotel lussuosi ispirati alla magnificenza di Dubai, ma anche per il locale di tendenza della metropoli, il Limbo: musica techno a tutto volume, cameriere in abiti succinti e cocktail dai colori psichedelici; sembrerebbe il clichè della classica discoteca che tutti conosciamo, se non fosse che in ognuno di quei drink vengono inseriti acidi e oppiacei resi legali dalle case farmaceutiche che tengono in piedi l'economia del paese. Avevate pensato che l'economia si basasse solo sul divertimento? Ebbene, non è così: molte delle case farmaceutiche proliferavano e facevano campare la metropoli dei loro fruttuosi guadagni proprio grazie alle droghe che avevano legalizzato, come la cocaina o l'anfetamina, largamente usate dai giocatori d'azzardo o dai figli delle famiglie borghesi. I tossicodipendenti avevano dato una svolta all'economia del paese.
    La città vide la sua prosperità nei primi dieci anni di ripopolamento, quando ancora il controllo sulle nascite non era ancora così rigido come lo è divenuto dopo duecento anni in cui la crescita demografica ha toccato picchi elevati, portando, in seguito, a pensare di porre dei limiti: ove prima vi era la libertà di poter mettere al mondo un numero indefinito di bambini, ora le leggi comandavano che non più di un centinaio di nuovi nascituri all'anno potevano essere concessi. Non erano più padroni di creare una vita, probabilmente non lo erano nemmeno dell'ossigeno che immettevano nei loro polmoni. Pian piano, anche nella metropoli sudamericana si sviluppò un regime di terrore che portò allo scaturire non soltanto dei dissapori, ma anche le così dette zone d'ombra: altro non erano che enormi favelas ove venivano rinchiusi dissidenti politici, criminali, gente scomoda sotto molti punti di vista, come evasori fiscali, rivoluzionari e, in rari casi, anche brillanti studiosi che si opponevano al sistema totalitario del loro despota. La pena di morte venne ristabilita e con essa il tasso di mortalità crebbe del 51%. Essere giustiziati sulla pubblica piazza non era, eppure, l'unica causa di morte a Purgatorio: ben presto, la mancanza di cibo, acqua e igiene nelle zone d'ombra portò ad un incremento di malattie che si pensavano debellate qualche secolo prima; tra quelle che il servizio sanitario elencò, apparvero casi di peste, ebola, vaiolo, malaria e scabbia, e le cifre di persone che avevano contratto il virus dell'HIV crebbe a dismisura, senza contare che i medicinali erano fuori dalla portata di un terzo della popolazione; era, pertanto, ardua la scelta se perire per mano di un soldato che imbracciava un mitragliatore, o in maniera lenta e dolorosa da una delle patologie appena elencate.
    L'ultima delle metropoli era Hansenbyō: l'imboccatura che portava all'entrata della città era posta al limitare della stazione ferroviaria di Tokyo. Considerata la punta di diamante delle tre metropoli, il bunker asiatico aveva mantenuto le tonalità e l'architettura del Giappone antecedente alla contaminazione, così da apparire come un'enorme pagoda arancio e bianco, abbellita dai mille alberi di ciliegio perennemente in fiore che si potevano ammirare per le varie vie della città nipponica metropolitana. Era l'unica delle tre metropoli a poter godere di un sistema tecnologico che ricreava alla perfezione la luce solare, e di tale scoperta ne custodivano gelosamente il brevetto nel caveau della tesoreria cittadina. Famosa per le colorate parate di teenager dagli occhi a mandorla, la metropoli situata nelle viscere della capitale giapponese possedeva l'ultimo lunapark funzionante del pianeta: veniva chiamato Henjin no sākasu, o tradotto nella lingua corrente, circo degli strambi, in onore ai fenomeni da baraccone che si esibivano sui palcoscenici, sotto la ruota panoramica, di fianco alle montagne russe e ad altre strabilianti attrazioni ispirate al vecchio mondo; si diceva che questi individui provenissero dall'esterno, che fossero quindi outsider, altri sospettavano fossero gli ultimi ad essere stati contaminati e mutati dalle radiazioni del virus Omnia, per cui sopravvissuti per raccontarlo e mostrarlo al pubblico pagante. Erano dei mostri, ammirati da tanti altri mostri, invisibili ad una prima occhiata, ma che nascondevano la loro vera natura nelle profondità dei loro ego. Spostato sul limitare della città vi era il Jingoku (tradotto, Inferno), un locale che sembrava un'insana trasposizione dell'Inferno dantesco mescolato alla cultura K-pop: colori sfavillanti, band pop che si esibiscono sui palchi, travestiti da demoni multicolori e parrucche fluorescenti, capigliature stravaganti e cocktail color pastello. Perchè avessero scelto di dare un tocco coreano a quel locale è tuttora un mistero anche per me. Si suppone, in ogni caso, che i proprietari del club provenissero dall'ormai dimenticata Corea del Sud, e che l'idea di creare un locale basato su tale cultura potesse portarne avanti il ricordo, cosa che in realtà è stata totalmente dimenticata dall'ignoranza dei burattini nipponici.
    Da quel che raccontarono i giornali che arrivavano con cadenza mensile costante, gli asiatici avevano venduto la loro libertà personale al controllo del loro dittatore, pur di aver salva la vita. In cambio, ricevevano le razioni di viveri che il governo mandava loro, pur di avere la loro completa sottomissione. Più di questo non si sapeva, c'è chi diceva che il governo avesse contaminato l'acqua con qualche sostanza che inibisse il libero arbitrio e rendesse la popolazione simili a soldatini diligenti, pronti a esaudire ogni desiderio il loro despota esprimesse verbalmente; erano pericolosi, in mano ad un invasato che paragonava la sua persona al pari di un Dio ormai dimenticato, ricoperto di oro e sete pregiate, ingrassato a tal punto da essere più simile ad un suino che ad un essere umano. Avevo come il presentimento che prima o dopo ci saremmo ritrovati quei sette milioni di asiatici ad invadere le nostre case, e poi chissà, dopo l'Europa avrebbero conquistato anche il Sudamerica, e da lì saremmo tutti diventati degli schiavi in stato quasi vegetativo, incapaci di poter ribattere.
    Le tre metropoli del sottosuolo erano collegate, come definito già qualche riga precedente, da un sistema tecnologicamente avanzato di trasporti ad alta velocità su condotti ad idrogeno, seguendo il modello sottomarino U-212 di fabbricazione tedesca; i viaggi erano, comunque, molto dispendiosi, e solo soldati, ambasciatori, politici ed elitari della società potevano spostarsi da un punto all'altro del globo; la gente comune nasceva, cresceva e moriva nella città designata senza avere mai la possibilità di avere una reale scelta sul dove e come vivere. Era questo il reale problema nel nuovo mondo: avere una scelta, prendere una reale posizione, combattere per i propri ideali. Se si tentava di compiere uno dei tre punti appena citati, si finiva sulla sedia elettrica, ghigliottinato o giustiziato all'angolo di un vicolo, senza poter confessare i propri peccati alla prima anima disponibile. Solo, inerme, annegato in una pozza del proprio sangue.
    Vi starete chiedendo che fine abbiano fatto continenti come Africa e Australia: il 90% della prima perì ancor prima che si potesse dare l'allarme, il restante 10%, formato soprattutto da una cospicua somma di califfi e gente proveniente dagli Emirati Arabi, comprò la salvezza con l'oro e il sangue di chi avevano abbandonato al loro destino; metà della popolazione dell'Oceania, invece, trovò rifugio nella metropoli nipponica, ed ancora oggi occupano uno dei quartieri meno caratteristici di Hansenbyō. Il quartiere viene chiamato Kangaroo Road e per la maggior parte dei casi troverete ristoranti tipici della cultura australiana e una riproduzione in scala minore della Sidney Opera House, o così ho notato da un reportage al telegiornale, sebbene dove bazzico io le televisioni sono oggetti per ricchi e non per pezzenti del mio calibro.
    In “l'unico e le sue proprietà”, Stierner dice “il vincitore diviene padrone, il soccombente lo schiavo; quegli esercita l'imperio, “diritto sovrano”, questi adempie umile e riverente i doveri di suddito”, e non potrei essere più d'accordo: l'umanità si era arresa ai propri regnanti, senza opporsi, senza combattere, si abbandonava alla sua vita di tiranneggiato, e so di averlo già ripetuto molte volte nel corso della mia spiegazione cronologica, ma è bene rimarcare su tale punto; l'unica cosa che premeva a tutta questa banda di automi coperti da abiti e pelle era una sola: quella di non doversi preoccupare di scegliere, perchè avere una scelta, un'idea rivoluzionaria, era la maggiore causa di morte. Avere degli ideali uccideva più della malaria e del colera; perciò, la mia domanda fondamentale era una sola: cosa ci spingeva a rimanere in vita se non avevamo alcuna prospettiva? Tutti coloro che erano morti a causa del disastro, erano forse periti per lasciare che delle persone vuote di spirito sopravvivessero? Non mi sono mai posto grandi domande, sino a quando non ho conosciuto la verità, e tutto ciò che sapevo, tutto quello su cui avevano mentito per anni, finalmente aveva un senso.
    Questa è la trama principale, o almeno, un assaggio di essa. Per leggere tutte le informazioni, vi invitiamo a prendere visione del regolamento e in seguito iscrivervi al gruppo Cospirators
    La trama è una via di mezzo tra sci-fi, post-apocalittico e dark. Le licenze poetiche riguardo la mitologia cristiana ed ebraica sono state prese dalla founder di questo forum che se ne prende ogni responsabilità
    Il mondo di Messe Noire è interamente basato sulla saga di romanzi della founder
    l'ambientazione, per quanto futuristica possa essere, non discosta più di tanto dai giorni nostri perché abbiamo convenuto che avrebbe creato troppi scompensi narrativi
    VIETATA LA COPIA ANCHE PARZIALE


    Edited by type 0 negative - 5/5/2018, 01:32
     
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    31/10/2219
    6byUKra
    lazaretto
    Quando uno dei punti della ferrovia sotterranea viene fatta esplodere, un gruppo di Mægister, capitanati da Cypherian Crove, parte per andare a salvare gli ostaggi, tra cui Cancelliere e consorte.
    Ad aspettarli vi è la corte delle Serpi, capeggiata da Asmer Deus, un pericoloso ricercato esperto di veleni. Dopo uno scontro che vede vittoriosi i Mægister, Asmer ammazza il cancelliere e scappa nel deserto, inseguito da Cypherian che riporta ferite e un principio d’avvelenamento. Sopravviverà?
    Nel frattempo, in una lussuosa villa, vengono invitate cinque persone totalmente casuali per un gioco macabro per la serata di Halloween. I loro nomi sono: Zero, Nahla Zahra, Julian Devorak, Brendan Ròs, Ghoul A. Ulrich e Dimitar Barnes.
    Al termine della serata e dopo aver annunciato il vincitore, Ghoul A. Ulrich, viene annunciato il nuovo cancelliere, la contessa, Lady Lyall Bell. Inizia così il periodo del terrore e della vera tirannia.
    Mentre la contessa fa il suo discorso al pubblico, nella sala accanto si disputa un incontro tra chi sia più forte: cani del governo o Guerreros?
    Né parole disciolte ancor tentaro.
    Io conosco la reale verità, quella che nemmeno tu conosci. Ho visto più di quanto un dio dovrebbe sapere. Per questa volta hai vinto. Però ci tengo a precisare una cosa, Lyall. Non si stabilisce una dittatura nell'intento di salvaguardare una rivoluzione; ma si fa una rivoluzione nell'intento di stabilire una dittatura. Il fine della persecuzione è la persecuzione. Il fine della tortura è la tortura. Il fine del potere è il potere. Ed io sono al loro fianco per far in modo che ciò non accada.


    Edited by type 0 negative - 5/5/2018, 01:32
     
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    31/12/2219
    3QiXVtY
    purgatorio
    Gli abitanti di Purgatorio erano abituati ai terremoti. Forse per questo, o forse perchè troppo indaffarati nei preparativi per quella ultima notte dell'anno, i cittadini non diedero molto peso alle prima scosse. Quando le vibrazioni divennero progressivamente più intense, però, e le grida di innocenti vittime giunsero a chi abitava vicino al drive-in, allora il terrore invase le case e gli animi come una nube velenifera. Chi aveva malauguratamente pensato di festeggiare con un film horror di serie B, in compagnia degli amici o dell'amante, non credeva possibile che ciò che veniva proiettato sul grande schermo potesse trasformarsi in realtà. Le viscere della terra vomitarono i mostri che covavano: due enormi vermi, maschio e femmina, pronti ad unirsi ai festeggiamenti. Dopo qualche breve momento di esitazione, di shock, dilagò il caos. Mentre gli umani correvano, urlavano, si calpestavano l'un l'altro per avere salva la vita, le bestie divoravano, smembravano, emettevano suoni gioiosi per quel lauto banchetto. Un'altra razza, però, stava organizzando il contrattacco: i maegister erano infatti venuti a sapere del disastro, e pertanto erano stati richiamati a Purgatorio ed inseriti in una delle due squadre d'assalto, comandate rispettivamente dal caposquadra Marcus Adler e il suo vice Montress Nordstrom. I prescelti furono Cecilia Ealy, Justin Holson, Irachebeth Fiona King e Giza Allam, ma altri due furono protagonisti di quella vicenda, due semplici umani: Dylan Levi Dio, la bionda ballerina rimasta bloccata nel luogo del massacro, e Dimitar Barnes, il coraggioso guerrero guidato dall'amore e dalla volontà di aiutare. Giunti sul campo, le due squadre decisero di occuparsi di un verme a testa: mentre l'esemplare maschio venne abbattuto velocemente da Montress e i suoi, grazie a dei potenti esplosivi, la femmina diede più filo da torcere. Dopo alcuni tentativi falliti, l'unione delle due squadre e un buon numero di feriti, il vice lasciò che il verme lo divorasse ed in questo modo agì dall'interno, ferendolo mortalmente con un profondo squarcio, prodotto da una vecchia motosega trovata fortuitamente sul posto. Oltre a Montress, altre due maegister si distinsero, seppur negativamente: Cecilia ed Irachebeth, dopo aver ricevuto le cure necessarie - specialmente la prima, che aveva perso una gamba nello scontro -, vevvero sottoposte a processo. Entrambe avevano peccato di insubordinazione, l'una non seguendo gli ordini del caposquadra, l'altra facendosi sopraffare dalle emozioni e conducendo così un'azione suicida. I supervisori Prinsky, Watanabe e Callaghan, richiamati al prytaneum di Lazaretto, presero insieme a Mister Q la decisione che ritennero più giusta, all'unanimità: Cecilia venne trasferita in una squadra diversa, sotto la guida di un capo più severo, mentre Irachebeth venne esiliata nei territori dell'Outside.
    Ma qual'era stato il motivo dell'arrivo di quei due mostri?
    Il supervisore di Purgatorio, Elsa Prinsky, aveva avvisato il caposquadra Adler di movimenti sospetti presso la Sabor corp, un complesso di laboratori del bunker, e lo aveva mandato assieme a Giza per ottenere risposte. A loro si aggiunse Shanai Barryanne, chiamata sul posto per un ulteriore supporto. Al loro ingresso, notarono subito che sicurezza e personale erano stati messi K.O. ma c'era qualcuno che se ne stava davanti alle finestre a osservare in silenzio il caos generato dai due mostri.
    Si tratta di Karim Tane, biologo e dæmon. Il suo doveva essere un esperimento che avrebbe giovato all'intera umanità, sia per chi vive nei rifugi sotterranei che per coloro che abitano nei villaggi esterni, ma l'esito fu disastroso. Il DNA dei due vermi doveva essere modificato affinché si rimpicciolissero, al contrario erano cresciuti e avevano assunto dimensioni gigantesche. Karim, per prendere tempo, confessò di essere il responsabile e consegnò loro il materiale delle sue ricerche. Quando gli fu chiesto di seguire la squadra in modo da essere interrogato dai loro superiori, il d&aeligmon li colse di sorpresa prendendo Shanai come ostaggio, la pistola puntata alla tempia. Con un mægister in meno, il caposquadra e l'altra compagna furono facilmente ostacolati dal potere del biologo, che riuscì a fuggire con la ragazza lasciandosi dietro un intricato muro di arbusti mentre Giza era stata intrappolata nella morsa di una pianta gigantesca che l'aveva avvolta tra le sue grandi e lunghe foglie, togliendole il respiro.
    Per salvarla, Marcus si è lasciato sfuggire lo scienziato ma la sua missione non è ancora finita.
    Ti prego frate! Non me ne fotte un cazzo che tu sia #Fishead od il più antico degli esseri! Sei il mio frate, porca troia, sei la cosa più vicina ad una famiglia, sei un pezzo di me! Ed a me importa solo quello! Però ti prego frate! L'altra parte della mia vita è ancora in pericolo, all'interno della persona di cui sono innamorato. Fammi tornare indietro per provare a salvarla, proprio come hai sempre fatto tu, frate. Aiutami a salvare la mia vita completamente...


    Edited by type 0 negative - 5/5/2018, 01:32
     
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    10/09/2220
    h7a03h
    purgatorio
    Finalmente il giorno è arrivato: ogni cinquanta anni un nuovo capo dei Guerreros viene eletto, e il provvisorio leader e guida del gruppo rivoluzionario ha preso la sua scelta. Non ha mai avuto dubbi su chi fosse, forse ne potrebbe avere su ciò che farà o che diverrà, ma di certo sa che lui è quello giusto.
    Ha riunito davvero tutti, dai più giovani ai più vecchi, da coloro che taggano il loro grido sui muri di ogni città alle putas.
    La reina delle Putas, Lupe, è la prima ad arrivare insieme alla loro guida, #fishead, che attira l'attenzione su di sé, e ben presto viene eletto il nuovo capo, Dimitar Barnes, conosciuto come Machine Gun.
    Egli subito fa sapere cosa avrà intenzione di fare durante la sua carica: sarà il rappresentante di tutti coloro che subiscono i soprusi dalla società, ogni guerrero morto e quelli che sono ancora vivi. Infine, ebbro dell'adrenalina dell'essere osannato, annuncia di voler uccidere il Cancelliere.
    #fishead termina la riunione per non continuare quello che a tutti gli effetti si stava trasformando in un messaggio d'odio e rivela a Machine Gun, dopo aver fatto la solita ramanzina, di voler liberare Molotov, suo padre, scomparso da ormai 10 anni.
    In nome di chi mi ha preceduto, dei valori rivoluzionari, di libertà e rispetto, io, #fishead, nomino il qui presente Machine Gun Kelly nostro nuovo capo.
     
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3 replies since 8/6/2017, 22:44   733 views
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